ALDO DRUDI quando l'arte incontra lo sport
C’è un auto-definizione di Aldo Drudi che mi è sempre piaciuta, “Il motociclismo è grafica, anche i piloti disegnano linee. Io sono quello che colora la velocità”
C’è un auto-definizione di Aldo Drudi che mi è sempre piaciuta, “Il motociclismo è grafica, anche i piloti disegnano linee. Io sono quello che colora la velocità”
Mi era dispiaciuto perdere la mostra di Aldo Drudi tenutasi al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano e quindi, di recente, sapendo che ce n’era un’altra a Riccione presso The Art Box, non ci ho pensato due volte nello scapicollarmi per visitarla e nonostante le 4 ore di auto e qualche bomba d’acqua in autostrada direi che ne è valsa proprio la pena. Felice è il termine esatto.
Tempo fa mi era capitato sotto gli occhi un suo poster realizzato per il “Festival dello Sport” e ricordo che non riuscivo a smettere di guardarlo, incantata. Sono stata sempre stata attratta dai “poster d’artista” e l’Italia ha una lunghissima tradizione in tal senso e ricordo benissimo quel momento. I colori mi avevano colpita tantissimo, ho sempre pensato che da un grafico o un designer, che sappia disegnare bene te lo aspetti (giusto o sbagliato che sia) ma saper accostare e miscelare i colori tra di loro in perfetta armonia…. beh, quello, secondo me, è un dono.
In quel poster il segno grafico ed i molteplici colori erano un insieme armonico perfetto, allegro, gioioso.
Provate ad immaginare di avere un poster appeso in una parete di casa, vi svegliate al mattino per iniziare la vostra giornata (nel mio caso un bradipo al confronto è una scheggia ed i neuroni per qualche minuto latitano) e buttate uno sguardo al poster ed immediatamente vi sentite meglio, siete pervasi dalla gioia e dall’affrontare il vostro giorno con allegria. Ecco questa è la mia personalissima sensazione.
Non fraintendetemi, non sono un’esperta d’arte moderna, non lo sarò mai e diciamolo... appartengo a quella categoria di persone alle quali quando propongono di andare a visitare una mostra, pur mantenendo l'espressione facciale uguale a quella della Sfinge, il primo pensiero é "non c'è la posso fare! Non ho voglia! Che pizza!".. Quindi cerco sempre di documentarmi, un minimo sindacale (sull'artista, sulle sue opere) onde evitare di perder tempo e di arrivare a guardare delle cose che poi mi farebbero pensare "questo se dovessero regalarmelo lo venderei il giorno dopo", oppure "neanche in cantina e con la luce spenta"!
Ecco questo è stato il mio primo impatto con la creatività di Aldo Drudi, un misto di bellezza, armonia e gioia.
Sia chiaro, lo conoscevo di nome, è un designer conosciuto in tutto il mondo ed un artista poliedrico che ha reso alto il significato di “Made in Italy” nel mondo, vincitore del Compasso d’Oro che non è un riconoscimento che danno a chicchessia, ma non mi ero mai soffermata più di tanto sui suoi lavori se non in modo assolutamente e totalmente superficiale.
Parentesi: il Premio Compasso d'Oro è un importante riconoscimento che viene assegnato dall'Associazione per il disegno industriale (ADI) con l'obiettivo di premiare e valorizzare la qualità del design italiano. Si tratta del più antico e prestigioso premio di disegno industriale al mondo.