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Giuliano Grittini

 - Gabriella Ruggieri & partners
Gabriella: perché Giuliano ha frequentato una scuola di grafica e non, ad esempio, di ragioneria? Com'è nata la sua passione per le arti grafiche? Qual è stato il suo percorso lavorativo?
Marina: "Giuliano da piccolo andò in collegio, all'Istituto Pavoniano Artigianelli, in Via Benigno Crespi a Milano e lì c'era un laboratorio per insegnare ai ragazzini anche un mestiere. Questo perché era morto il papà e lui ed il fratello andarono in collegio. Pertanto é stata una scelta obbligata da una parte è casuale dall'altra. Quando uscì dal collegio, verso i 14/15 anni, fece vari lavoretti, quelli che gli capitavano. Poi, incontrò un artista, a Corbetta, che aveva un laboratorio di grafica e lì (intorno ai 16 anni) iniziò il suo percorso di vita e di lavoro nel campo dell'arte e della grafica. Cominciò con la serigrafia e venne anche in contatto con artisti molto importanti, come Andy Warhol, ad esempio. 
Lavorò in questo laboratorio per molti anni e questo gli permise di specializzarsi in questa particolare tecnica.
In contemporanea coltivò anche la passione innata per la fotografia, organizzando delle mostre fotografiche e partecipandovi in prima persona. 
In seguito si trasferì a lavorare a Milano, in Via dell'Orso, in un laboratorio con annessa una galleria. Lì fece molta litografia (e acquaforte). Era un posto centrale, conosciutissimo e dove passavano importantissimi artisti e scrittori.  Aligi Sassu e Federica Galli erano di casa, giusto per citarne due a caso. 
In Via dell'Orso, come dicevo, oltre ad aver approfondito altre tecniche di grafica, quali la litografia ed l'acquaforte, iniziò il suo percorso di fotografo professionista. Capitò la sua grande occasione.
C'era in programma un evento importante, il fotografo accreditato non aveva potuto rispettare l'impegno e Giuliano si propose per sostituirlo. Il lavoro andò bene, fu apprezzato e quindi, iniziò in parallelo quest'altra professione, diventando il fotografo della galleria. Quest'esperienza fu davvero molto importante. Ebbe modo di conoscere e fotografare moltissimi personaggi. Alcuni davvero molto noti. Onassis ad esempio è stato uno dei tanti".
 
Gabriella: che tipo di fotografo è Giuliano? Che cosa gli piace fotografare? C'è chi si specializza sui paesaggi, piuttosto che nella flora e nella fauna, lui cosa predilige?
Marina: "Giuliano ha sempre amato i personaggi, le persone, i volti. Spesso andava negli studi degli artisti conosciuti per fotografarli mentre lavoravano". 
 
Gabriella: come ha avuto l'idea di aprire una stamperia d'arte? Quando ha deciso di mettersi in proprio?
Marina: "l'idea c'è sempre stata, diciamo che a 20 anni, decise che era pronto per aprire una piccola bottega. Ed iniziò stampando solo acquaforte. Per fare altro  occorrevano grossi macchinari che in quel momento non poteva avere e quindi scelse questa tecnica. Quello era un periodo in cui, nell'ambito grafico, c'era molto  lavoro". 
 
Gabriella: com'è che ha iniziato? Aveva i soldi, prese un locale in affitto... 
Marina: "nooo, assolutamente... Aprì bottega in un localino piccolo che mise a disposizione sua mamma, poi, più avanti, in una stalla abbandonata... e pian pianino, iniziò a farsi conoscere, a lavorare ad esempio per Federica Galli (e stampare le sue acqueforti). Successivamente si associò con un amico, Enrico Cattaneo, specializzato in serigrafia ampliando la gamma dei servizi offerti. Via via che entravano un po' di soldi, lì si utilizzava per mettere a posto la stessa cascina. Una volta una stanzetta, un'altra volta un fienile, ecc.. Sempre un passettino alla volta". 
 
Gabriella: caspita... il sogno di ogni artista, aprire una cascina d'arte!
Marina: "era una vera e propria cascina, immersa nel verde. Un luogo incantevole e veramente poetico. Hai detto le parole giuste: una vera e propria cascina d'arte".

 - Gabriella Ruggieri & partners
Gabriella: come mai non è rimasto lì? Che cosa l'ha spinto ad aprire l'attuale sede?
Marina: "diciamo che era venuto il momento d'ingrandirsi..."
Giuliano: "no, no, diciamo che avevamo avuto anche problemi con l'ASL. Era una cascina bellissima, si stava da Dio, ma fummo costretti, in un certo senso, ad abbandonarla".
 
Gabriella: prego? Ma perché? Che tipo di problemi?
Giuliano: "ma perchè... la burocrazia calcola che tu fai serigrafia e stop. Non pensa né considera che fai serigrafia d'arte. 
La burocrazia ritiene che fai serigrafia come la Borletti che stampa tachigrafi e pertanto, a te, che rientri in questa categoria (ridi, ma é così, cara Gabriella, al burocrate non importa niente di quello che tu fai) dice: "tu rientri in questa categoria? Bene! Ci sono delle regole da rispettare. O così, o così lo stesso".
Non é importante che tu di una serigrafia magari ne stampi una al mese e fai 50 colori. Con la burocrazia non c'è niente da fare. L'Italia va avanti con la burocrazia, anzi... si ferma con la burocrazia. 
Quindi la cascina divenne un luogo non idoneo alla mia professione e fummo costretti a fare altre scelte.
Trovai questo posto, dove prima c'era un'impresa, l'opzionai e successivamente, quando l'impresa andò via, lo acquistai stipulando un mutuo, che sto ancora pagando. 
Una cosa carina da dire, è che prima di questo posto, ne avevo adocchiato uno in Via Picasso.... non sarebbe stato male aprire una stamperia d'arte in Via Picasso, ma... non se ne fece nulla.
Qui ho continuato comunque a lavorare per moltissimi grandi artisti. (Robert Carroll, Guido Crepax, Ernest Fuchs, Kei Mitsuuchi, Ugo Nespolo, Enrico Baj, Salvatore Fiume, Aligi Sassu, Renato Guttuso, Federica Galli, Luciano Prada, Emilio Tadini, Valerio Adami, Andy Warhol per citarne alcuni!!).
 
Gabriella: una cosa che ti differenzia da tante altre stamperie d'arte o gallerie o stamperie d'arte con annessa galleria, è che tu hai reso questo luogo un punto d'incontro per tanti artisti e uomini di cultura. Come mai? È stato casuale?
Giuliano: "no, assolutamente. É stato voluto. A me piace l'aggregazione. Mi piace che la gente s'incontri, si conosca, che nascano delle cose. Che ci si confronti. Un  tempo facevamo una cosa molto bella. Una volta ogni 3, 4 mesi, organizzavamo una grande festa, invitando artisti dell'Accademia di Brera, alcuni molto affermati, magari ne venivano 30/40. Tra artisti, galleristi, fotografi. S'incontravano tra di loro e ti dico una cosa, ci sono tutt'ora artisti che lavorano con galleristi conosciuti qui da me. Perché era un po' una factory, io avevo il mito di Andy Warhol avevo letto tante cose su di lui, avevo stampato delle sue serigrafie, perciò mi era rimasto  questo mito della factory, lo avevo fatto mio, mi piaceva l'idea ed ho sempre pensato che se la gente o comunque gli artisti, s'incontrano in un luogo così, possono     nascere delle cose o situazioni molto belle. 
In effetti sono nate delle mostre, degli eventi, galleristi e artisti che sono diventati amici".

 

 - Gabriella Ruggieri & partners
Gabriella: ma cosa facevi? Com'era organizzata o gestita la cosa?
Giuliano: "ogni anno si decideva un tema, una volta internet (anni '90) un'altra volta Alda Merini, oppure il nudo, l'ecologia, un'altra volta Milano, insomma idee per i temi ne abbiamo avute molte. Si mettevano a disposizione dei cartoncini particolari, in una carta speciale, ed ognuno aveva la facoltà e la libertà di dipingere. Ognuno, attingendo alla propria esperienza e creatività o all'estro del momento, creava qualcosa.
Abbiamo una documentazione incredibile su questi meravigliosi incontri.
Una volta é venuto qua Salvatore Fiume, c'è un filmato su questo incontro dove lui senza staccare la matita dal foglio in pochissimo tempo disegna una donna somala e tutti eravamo intorno a lui, in un silenzio assoluto. Quasi tombale.
É passato di qui anche Munari... Insomma, é stato un momento storico. Questa carta particolare che vedi qui, con dentro della corda, ad esempio, é stata creata per l'evento con soggetto Milano ed ogni artista ha creato un opera su questo tema, in assoluta libertà e queste opere le abbiamo tutte.
Si stava insieme, ci si confrontava, complice forse anche l'estate, la musica... Insomma, si vivevano momenti unici e irripetibili".
 
Gabriella: com'è nata invece la tua passione per la fotografia? 
Giuliano: "quando avevo 6 anni é morto mio padre. Mia madre si avvicinò un po di più alla città, eravamo io, lei e mio fratello. A quei tempi, si faceva la raccolta punti. Quando si andava a far la spesa, a seconda di quello che acquistavi ti davano dei bollini. Tu li raccoglievi su una tessera e poi quando la completavi, andavi dal tuo negoziante di fiducia e sceglievi un regalo. Così fu. Mia madre aveva completato una tessera e mi disse di andare a ritirare il regalo, che in quel caso era una borsetta che le piaceva tanto. Andai dal negoziante e vedendo che c'era a disposizione anche una macchina fotografica, scelsi quella. Un Agfa Isolete III.
Tornando a casa, mia madre aprì il pacchetto e vedendo la macchina fotografica, rimase un po delusa ed io: "beh, si saranno sbagliati, magari te la compro io". Mi andò bene, non se la prese più di tanto, anzi, forse si era mangiata la foglia con tutta la lattuga, tant'è che da lì a poco, vedendo che io da subito iniziai a scattare foto ed accorgendosi che avevo proprio la passione... mi regalò una macchina fotografica appartenuta a mio padre, una Leyca che conservo ancora adesso. Quindi il mio amore per la fotografia è stato un colpo di fulmine. Nato da subito, da piccolo, ha sempre fatto parte di me".
 
Gabriella: dopo che hai creato questa Stamperia d'Arte dove sono passati gli artisti più prestigiosi che c'erano e che ci sono tutt'ora, la domanda che desidero farti é come coniughi il fatto di essere un fotografo? Come hai fatto a far coesistere le due cose? Hanno sempre viaggiato in parallelo oppure sono sempre stati in  simbiosi l'una con l'altra? Come nasce Giuliano Grittini artista?
Giuliano: "prima facevo l'uno e l'altro in un armonioso parallelismo. Poi mi sono un po stancato.
Nel senso che io ho clonato gli artisti più famosi dell'epoca (anche contemporanei, ovvio). L'artista veniva qui, mi portava la sua opera e poi mi diceva, tu sei più bravo di me, pensaci tu. Quindi realizzavo le serigrafie per lui, ecco ad esempio com'è nata Clonart (Su questo argomento ci sono molti libricini). 
Io amo la fotografia prima di tutto, ho fatto tutto quello che riguarda la fotografia, ed anche qui, ho avuto modo di fotografare personaggi di ogni tipo e settore. Quindi cos'ho fatto? Ho unito la fotografia alla mia esperienza di stampatore d'arte. 
Le mie personali opere sono un insieme di tutto ciò: la fotografia, l'incontro con persone speciali, le tecniche della stampa d'arte.

 

 - Gabriella Ruggieri & partners
Gabriella: l'ultima domanda, Giuliano. Tu cosa consigli ad una persona, ad un ragazzo o una ragazza che desiderano realizzare il proprio sogno? Visto che tu il tuo lo hai realizzato.
Giuliano: "studiare. La conoscenza è tutto. Essere curiosi, approfondire. Essere al passo coi tempi. Girare il mondo, viaggiare, andare all'estero e confrontarsi con le altre persone. Uscire dal proprio orticello".
 
Che dire? A conclusione di questa intervista? Innanzitutto un grazie grande quanto una casa per il tempo dedicatomi. Neanche a dirlo. In seconda battuta, invito tutti, esplicitamente, senza perifrasi né giri di parole ad andare a visitare questo luogo che io chiamo magico. Qualunque sia il vostro livello di conoscenza dell'arte, quand'anche fosse paragonabile a quello di un paramecio (e sto parlando della sottoscritta), non ci sarà nessuno che vi farà sentire a disagio. Anzi... grande dote della famiglia Grittini (e che a mio parere pochi hanno) é quello di far sentire a proprio agio chiunque. Rendono alto il significato delle parole, cortesia, gentilezza, leggerezza e... pazienza. La stamperia d'Arte di Giuliano Grittini é un pezzo importante e prezioso della storia italiana. Del Made in Italy.
 
(c) Gabriella Ruggieri