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MATTHEW SWOPE jewelry

 - Gabriella Ruggieri & partners

Ho conosciuto Matthew Swope su Instagram. Ha iniziato a seguirmi ed ho ricambiato perché mi piace quello che pubblica. In generale mi piacciono gli accessori ed i complementi d’arredo. È probabile che anche lui apprezzi quello che pubblico e trascorso del tempo, durante il periodo natalizio mi ha inviato un regalo. Alcune sue creazioni.
Non è questo il motivo per cui ho deciso d’intervistarlo. E se proprio devo essere sincera, sono io che gli ho chiesto un intervista, lui non si aspettava nulla in cambio.
Il motivo si chiama gentilezza. 
Una mia personalissima riflessione sulla gentilezza.
La gentilezza (sinonimo di garbo, cordialità, cortesia o amabilità) è un comportamento rispettoso e benevolo, caratterizzato da atti di generosità, considerazione, assistenza o preoccupazione per gli altri senza secondi fini. Senza aspettarsi nulla in cambio. Senza rinfacciare.
Un sorriso, una stretta di mano, un abbraccio, un regalo, delle parole di incoraggiamento… La gentilezza dovrebbe essere contagiosa.
A volte “rispondiamo” ad un gesto gentile ma dovremmo essere noi per primi ad essere gentili, dovrebbe essere una nostra attitudine. A prescindere da tutto e tutti.
Viviamo in tempi in cui non si fa niente per niente. Dove deve sempre esserci un secondo fine per tutto. E quindi se qualcuno ti fa un regalo e tu rispondi con un’intervista puoi rientrare in questi “noti meccanismi”.
Ma sapete cosa c’è? Francamente me ne infischio.
Lo scopo delle nostre interviste è raccontare aneddoti, curiosità e storie di vita vissuta tra individui diversi tra loro ma con un obiettivo comune: la realizzazione di un sogno, di una passione. Il raggiungimento di un obiettivo.
Buona lettura, con la speranza che se anche solo uno di voi trarrà ispirazione e motivazione da questa nostra intervista, per aprire il famoso cassetto, liberare il proprio sogno e realizzarsi come persona... ne sarà valsa la pena!

Gabriella Ruggieri per 1blog4u

 - Gabriella Ruggieri & partners

1)Vorrei sapere qualcosa sulla tua formazione. Aveva a che fare con l'arte? In caso affermativo, sei stato supportato o ostacolato nella tua scelta della scuola secondaria?
Ai miei tempi (sapevo che prima o poi avrei detto questa frase) se dicevi ai tuoi genitori che avresti scelto la scuola d'arte, loro avrebbero risposto: "Assolutamente no! È una scuola per fannulloni e tossici. Fai ragioneria e troverai un lavoro fisso!"

1)Ho frequentato la scuola d'arte per un semestre nel 1985, poi ho abbandonato per lavorare da Comme des Garçons.
Non ho frequentato la scuola secondaria, anche se in seguito, e molto tempo dopo la scuola d'arte, ci sono tornato e ho conseguito una laurea in Storia dell'Arte (Magna cum laude alla Columbia ). 

2) Hai trovato lavoro in questo campo subito dopo l'università o hai fatto prima qualcosa di completamente diverso?

2)Ho sempre avuto un "lavoro fisso", ovvero una carriera che mi permettesse di pagare l'affitto e occuparmi delle bollette.
Ho semplicemente iniziato a creare cose. Inizialmente riciclavo abiti vintage, camicie e t-shirt che dipingevo e decoravo in vari modi. Martin Margiela mi ha spiegato come usare la pittura tessile, avvolgere i vestiti in un foglio di alluminio e cuocerli in forno per fissare il pigmento ed io ho seguito costantemente la sua "ricetta". La uso ancora oggi.

3) La tua passione è nata da piccolo o più tardi? C'è stato un evento che ha scatenato la tua scintilla interiore e che ti ha fatto pensare: "questo è quello che voglio fare"?

3)Credo che diverse “ossessioni” mi abbiano sempre guidato. Ricordo che da piccolissimo ho studiato un pezzo di stoffa e di aver capito che era fatto da un insieme di tanti fili e poi, di aver preso dei fili da una spoletta di mia madre e di aver provato a intrecciarli per creare un pezzo di stoffa. 
Da bambino all'asilo, ricordo di aver visto una foto dell'abito da sposa in maglia di YSL ("le coq tricot", 1965), di esserne rimasto ossessionato, disegnandolo e chiedendomi come fosse stato realizzato.

4) I tuoi genitori ti hanno sostenuto? Ti hanno aiutata a trovare la strada giusta nella vita e nel lavoro, o hanno cercato di fermarti?

4)Nessuno dei due. Sono indipendente dall'età di 18 anni.

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5) Come è nato il progetto Matthew Swope Jewelry? Da dove ti è venuta l'idea? Perché hai scelto questo nome? Hai avuto problemi? Avevi soldi da parte? Hai acceso un mutuo? (Sto solo cercando di indovinare) Hai dovuto sbrigare un sacco di pratiche burocratiche?

5)La mia attività è molto piccola. Tutto ciò che faccio è organico, dove una cosa porta all'altra in modo naturale. Non realizzo nulla che possa essere considerato un gioiello "tradizionale".

6) Come scegli i materiali per le tue creazioni? Ce n'è uno in particolare che ti piace? C'è qualcosa, quando crei, che ti ispira, negli accostamenti di materiali diversi o nei colori?

6)Uso solo materiali che mi piacciono. Tutto parte da qui. Se mi piace una certa pietra o un particolare tipo di metallo, cerco di trovare un modo per utilizzarlo.
Mi sento molto attratto dal cristallo di rocca e dal turchese. Amo anche i granati e l'ebano.
Penso sempre al tempo e alle epoche, alle distanze che gli anni creano e a come in periodi diversi ciò che era sconosciuto, a suo tempo, come parte della cultura (di un tempo) alla fine ne diventa il riflesso e il simbolo.

7) C'è qualcuno che ti aiuta nelle tue creazioni, con cui collabori?

7)No, faccio tutto da solo, ma nel corso degli anni ho realizzato pezzi per alcuni designer qui a New York.

8) In che momento hai detto "Bene, da oggi parto"? Raccontami dell'inaugurazione, se c’è stata.

8)Di solito dico di aver iniziato a creare gioielli nel 2004. Creare abiti era troppo difficile senza lo spazio adeguato: i gioielli sono più piccoli e possono essere realizzati quasi ovunque.

 - Gabriella Ruggieri & partners

9)Quando hai capito che potevi vivere di questo lavoro? (artigianale, non industriale, ci tengo a precisare) Quando è avvenuta la svolta? E se non è ancora avvenuta, pensi che potrebbe avvenire in futuro? È questo il sogno che vuoi realizzare?

9)Certo, sarebbe meraviglioso essere indipendente al 100% dal punto di vista finanziario, ma lavoro nella moda da troppo tempo per essere eccessivamente ottimista su queste prospettive.

10) Se non avessi scelto questa strada, cosa avresti fatto? Quale sarebbe stato il tuo piano B? Quali sarebbero potuti essere i tuoi studi e un possibile percorso di vita diverso?

10)Ho sempre pensato che sarei diventato un bravo avvocato, un bravo poliziotto o un bravo giudice. Inoltre, sono un ottimo editor.

11) Hai incontrato persone negative che magari hanno cercato di farti rinunciare? O che magari ti hanno dato la motivazione per dire "Ti faccio vedere cosa so fare"?

11)No.

 - Gabriella Ruggieri & partners

12)Sei stato ispirato da qualcuno? Non necessariamente da persone che facevano lo stesso lavoro, ma anche da imprenditori, artisti o persone comuni.

12)Sì. Sempre. Rei Kawakubo (fondatrice del brand Comme des Garçons) per avermi fatto capire che non ci sono limiti creativi. Donald Judd, che mi ha ispirato quando ero a scuola. Per quanto riguarda i gioielli, adoro Suzanne Belperron, tutto ciò che ha creato sembra avere una sua giustificazione per esistere. Amo Aldo Cipullo perché gran parte delle sue creazioni sono diventate un segno (visivo) della sua epoca. Adoro anche le opere in macramè di Claire Zeisler.

13)Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

13)Ho intenzione di lavorare e creare oggetti. Ultimamente ho creato oggetti che non hanno nulla a che fare con la gioielleria.

14) La mia ultima domanda è a mio parere una delle più cruciali: che consiglio daresti a qualcuno che desidera intraprendere la stessa carriera, o per realizzare il sogno di avviare un'attività in proprio, non necessariamente nello stesso settore?

14)Credi sempre in te stesso. Segui sempre la tua verità.


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